lunedì 30 novembre 2009

Fabrizio Marchi, non ero il solo



Isbn 9788884839831

14,00 euro

L’adolescenza difficile e turbolenta di un giovane cresciuto a Roma negli anni ’70. Le esperienze sessuali, l’irrequietezza, le angosce, la malattia e la morte prematura della madre, la vita nel quartiere dove è cresciuto, il liceo che ha frequentato, gli amici morti in circostanze violente, la militanza politica. Sullo sfondo la Roma di quegli anni, i suoi rioni, le sue ombre, gli angoli nascosti della città, le sue contraddizioni, la violenza di cui era permeata.

Non ero il solo è un romanzo solo in parte autobiografico; è il ritratto disincantato e disilluso, ma anche ironico, di un’epoca e di una generazione bruciata e cresciuta troppo in fretta raccontato attraverso gli occhi e il linguaggio di un ragazzo che gli eventi hanno reso prematuramente adulto.


Fabrizio Marchi è nato a Roma il 09/11/1958. Si è laureato in Scienze Politiche e in Filosofia. Giornalista Pubblicista, si occupa di comunicazione, relazioni istituzionali e politica internazionale. Per Mimesis edizioni è autore del saggio
Le donne: una rivoluzione mai nata.

Roberto Bertoldo, Ladyboy


Isbn 9788884839817

14,00 euro

Ladyboy racconta l’amore tra un prete e un giovanissimo trans, una sorta di Lolita dei nostri tempi, rappresentando i risvolti più intimi dell’emarginazione e denunciando la fabbrica e la tratta degli uomini-donna.



Roberto Bertoldo ha scritto libri di poesia, di narrativa e di filosofia. Tra le sue pubblicazioni, i romanzi Il Lucifero di Wittenberg – Anschluss (1998), Anche gli ebrei sono cattivi (2002), L’infame (2009); i saggi Nullismo e letteratura (1998), Principi di fenomenognomica (2003), Sui fondamenti dell’amore (2006), Anarchismo senza anarchia (2009); i libri di poesie Il calvario delle gru (2000), L’archivio delle bestemmie (2006).


venerdì 20 novembre 2009

UN INIZIO....

« A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V. » Marcel Proust